distesa sul bagnasciuga della spiaggia sono conchiglia spezzata
in me non s’ode l’eco del mare o dei giorni che suonavano a festa
distesa gli occhi al cielo che m’osserva e conta nell’iride specchiato
infinite pietre di sale perdute e delle sue curve distese m’investe
distesa a pregare con le parole annodate alla gola
che nel silenzio assoluto il suo nome ha sillabe infinite
infinite come galassie e stelle incise nel mio sguardo
infinite come quel brivido che sembra trafiggere il cuore
ma che il cuore invocando anela.
21 luglio ’04